Le noci
Dal campo fino al sacco spedito a casa. Ogni passaggio è interno alla nostra Azienda per la massima qualità
Come si coltivano le noci? Quando è la raccolta delle noci? I fiori del noce come sono fatti? Sono tante le domande che ci fanno le persone, qui abbiamo provato a rispondere.
Allevamento
L'impianto del noceto si ottiene da piante della stessa varietà. Le piantine, nate da seme in vivaio, vengono innestate all'età di un anno con una gemma prelevata da una pianta della varietà scelta. La parte innestata, o innesto, costituirà la parte visibile dell'albero destinata a portare frutto.
Una volta che le piantine hanno completato il loro ciclo in vivaio vengono trapiantate e messe a dimora.
Fioritura
Il noce presenta sulla stessa pianta fiori femminili, che producono frutto, e maschili, che rilasciano polline. L'impollinazione è anemofila, cioè avviene grazie al vento.
Dal momento dell'impollinazione si comincia a sviluppare il frutto che nell'arco di 45 giorni raggiungerà la sua dimensione finale, ma non ancora la maturazione che avverrà nei mesi estivi.
Nella foto sono presenti entrambi i fiori, vediamoli più nel dettaglio separatamente.
Accrescimento e maturazione
Dopo l'impollinazione in circa 45 giorni il frutto diventa della dimensione finale, ma la maturazione invece deve ancora completarsi. Saranno i mesi estivi che porteranno questo frutto a diventare la noce che tutti conosciamo.
Durante giugno, luglio e agosto quello che si vede sull'albero del noce è il mallo, il rivestimento che protegge la noce durante tutta la fase di maturazione. Il mallo è carnoso, di un verde intenso e ricco di conservanti naturali come i polifenoli. Il gheriglio, la parte edibile della noce, in questa fase si presenta in forma gelatinosa e trasparente. Grazie alla protezione del mallo si svilupperà e arriverà a pieno sviluppo a settembre. A questo punto la funzione del mallo viene meno fino ad aprirsi e liberare la noce in guscio.
Raccolta delle noci
Eccoci arrivati a settembre, la noce spinge dall'interno il mallo che piano piano si apre e lascia intravedere il guscio. A questo punto il guscio è pienamente formato e la sua funzione principale è quella di proteggere il frutto dai parassiti esterni e di conservare il frutto contenuto al suo interno, il gheriglio appunto.
Il gheriglio ora è carnoso e ricco di quegli acidi grassi polinsaturi come gli Omega3 e gli Omega6 che caratterizzano questo frutto e rendono la noce uno dei cosiddetti "superfood". La pellicina che ricopre il gheriglio oltre ad avere una funzione protettiva è ricca di polifenoli.
Se vuoi scoprire di più sulla raccolta vera e propria, leggi qui.
Nutrimento
Come ogni coltura anche il noce necessita di nutrienti esterni, azoto e potassio in particolare. La fertilità del terreno è molto importante, a questo scopo usiamo seminare una coltura da sovescio, generalmente l'orzo. In tal modo si apporta al terreno sostanza organica fresca che ne migliora la struttura e favorisce la formazione di humus.
Alcuni elementi presenti in quantità ma in forma poco disponibile per le piante, in particolare il ferro, vengono resi più disponibili acidificando il terreno.
L'irrigazione viene effettuata in funzione delle reali necessità della pianta. A questo scopo ci si avvale della "Camera a pressione" un'attrezzatura che valuta lo sforzo che il sistema-pianta deve fare per assorbire l'acqua, cioè la depressione misurata al picciolo della foglia in determinate condizioni. Più alta è questa depressione più alta è la fatica che la pianta fa per idratarsi. Oltre un certo livello si deve intervenire con l'irrigazione
Difesa
L’Azienda segue il disciplinare di LOTTA INTEGRATA, un insieme di buone pratiche che si integrano tra loro. Ciò presuppone un monitoraggio della presenza degli agenti patogeni: catture di insetti mediante trappole, per valutarne la consistenza e lo stadio di sviluppo, controllo delle condizioni atmosferiche che favoriscono il proliferare di malattie fungine o batteriche, osservazione del frutteto con occhio clinico. In tal modo si può ottimizzare l’efficacia dell’intervento e limitare l’uso non giustificato di antiparassitari, a tutto vantaggio dell’ambiente.
Nella lotta integrata non si arriva mai alla distruzione totale del patogeno, ma ci si accontenta di un buon compromesso che non neutralizzi l’azione dei parassiti dei patogeni. Ad esempio se sterminiamo la popolazione di afidi rischiamo anche di sterminare le preziose coccinelle. Non si fanno trattamenti che possano danneggiare le api. Si utilizzano alcune tecniche assolutamente innocue per l’uomo, quale confusione sessuale per gli insetti nocivi, tramite la diffusione di feromoni (attrattivi sessuali propri di ciascun insetto) durante il periodo della riproduzione, in modo da impedire l’accoppiamento, oppure la distribuzione di nematodi durante l’inverno, microscopici vermi che parassitizzano gli insetti che svernano sul terreno.